Inquadramento fiscale del procacciatore

Spesso, chi si appresta a intraprendere l’attività di procacciatore d’affari è confuso sul regime fiscale da adottare per essere in regola con le norme vigenti.

La classificazione fatta sui procacciatori occasionali e quelli continuativi non è casuale: essa infatti determina due obblighi fiscali differenti tra di loro.

Procacciatori occasionali

Non è prevista la gestione separata INPS per i lavoratori autonomi solo se il soggetto dovesse conseguire annualmente provvigione che ammontano (al netto dei costi) fino a 5 mila euro.Oltre i 5 mila euro netti l’anno, il procacciatore è considerato continuativo ed è prevista la gestione separata INPS con contributi a suo carico per 1/3 e a carico del committente per 2/3.

Le provvigioni occasionali per affari conclusi sono soggette ad una ritenuta d’acconto del 23% sul 50% della provvigione stessa e devono essere dichiarate nella propria dichiarazione dei redditi al netto di eventuali spese sostenute.

Possono essere detratte spese di gestione inerenti l’attività, autovettura e costi relativi.

Il procacciatore occasionale dovrà emettere, ad affare concluso, una semplice ricevuta soggetta a ritenuta d’acconto e recante la marca da bollo se l’importo supera i 77,47 euro.

Procacciatori continuativi

E’ prevista l’iscrizione al registro delle imprese e l’apertura della partita IVA presso l’agenzia delle entrate.Il procacciatore continuativo ha l’obbligo di fatturare le provvigioni e versare l’Iva (mensilmente o trimestralmente).

Per il procacciatore continuativo è prevista la gestione separata INPS con contributi a suo carico per 1/3 e a carico del committente per 2/3.Per l’inquadramento INPS, si paga il 22,74% sul reddito con minimo di € 3.543

Vedi le scadenze fiscali del proccacciatore continuativo

Possono essere detratte spese di gestione inerenti l’attività, autovettura e costi relativi. Vedi le spese detraibili dal proccacciatore continuativo

Approfondimenti sul procacciatore d’affari